La pulizia del Mercato Coperto di Como? Solo una presa in giro. Colpa dei burocrati del Comune

Le pulizie al Mercato Coperto di Como promesse dal Comune?

Due addetti con lo scopino sono solo una presa in giro!

L’annunciato intervento di pulizia delle reti di protezione dai piccioni, diffuso dal responsabile dell’Ufficio Commercio del Comune (previsto ben 4 volte all’anno) e da svolgersi nel giorno festivo di domenica 8 Aprile, si è rivelato un sostanziale nulla di fatto: le ragnatele continuano ad essere dove erano prima, le lampade sono piene di guano dei piccioni e le famigerate reti di protezioni – di fatto – sono buone a nulla, visto che i volatili continuano ad invadere i padiglioni.

Adesso basta!

Siamo stufi di questo menefreghismo e di questi atteggiamenti!

  • I banchi che dovrebbero essere spostati o eliminati continuano ad essere dove non dovrebbero essere!
  • Banchi fatiscenti, dati in precedenza ad operatori senza titolo per stare dove stavano, permangono ad occupare spazi che dovrebbero essere liberi ed a disposizione degli altri commercianti!
  • Le lampade fulminate, nonostante le segnalazioni, restano tali!
  • Non è possibile provvedere autonomamente a dare ordine al padiglione frutta (a detta di qualcuno “pulire e/o rottamare banchi abbandonati, semidistrutti ed inutilizzabili senza una delibera degli uffici competenti è una grave violazione delle norme”). Peccato che a passare le giornate in questo posto ci siano gli operatori assegnatari e non i dirigenti del Comune!

L’unica soluzione è consentire agli operatori di provvedere direttamente alla manutenzione ordinaria e di garantire personalmente il decoro minimo dei padiglioni.

Spetta poi all’Assessore Marco Butti, di cui abbiamo potuto apprezzare l’iniziale sforzo di venire incontro alle nostre esigenze, dare seguito alle proprie lodevoli intenzioni e scavalcare quella che  è – allo stato attuale –  un problema più che una risorsa: la burocrazia comunale!

Diversamente, alcuni operatori esasperati dal lassismo del Comune di Como, potrebbero arrivare a rifiutarsi di pagare il canone di occupazione del suolo pubblico. E ci sarebbe da capirli!

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