Bando Esselunga per i negozi di vicinato: solo 36 ore in pieno week-end durante le feste invernali per effettuare l’investimento. La protesta di Confesercenti: “Così non si può andare avanti. Nel settore Commercio c’è qualcosa che non funziona”.

Comune-di-Como

Il Comune di Como dà sole 36 ore di tempo ad un imprenditore di Camerlata per eseguire i lavori di ristrutturazione nell’ambito del bando Esselunga: il tutto in piene vacanze invernali, rendendo così di fatto impossibile per l’imprenditore effettuare i lavori e accedere al finanziamento di 4.500 euro cui era stato ammesso.

Il bando Esselunga è stato pubblicato il 5 Ottobre 2017 e prevedeva la possibilità per ogni negoziante di Camerlata, Breccia, Muggiò e Rebbio di presentare domanda per ottenere un contributo fino 5.000 euro per un intervento di valore doppio per: la riqualificazione e l’abbellimento dei punti vendita; l’ammodernamento e la riqualificazione degli strumenti, degli arredi (in particolare quelli esterni) ed, in generale, di tutti gli strumenti direttamente funzionali alla vendita con conseguente impatto positivo anche sull’aspetto della città; l’aumento della visibilità, della fruibilità e della sicurezza dei punti vendita.

Confesercenti ha supportato tramite l’architetto Simone Cichella l’imprenditore Giovanni D’Ignazio, titolare della Ircaf di via Paoli 3 che produce e vende cornici, nella presentazione della domanda per lavori di riqualificazione delle facciate, dell’insegna e degli arredi esterni per un totale di 9151,20 euro. La presentazione della domanda, che doveva avvenire entro il 6 Novembre, è stata protocollata il 30 Ottobre.

E’ vero che il quarto comma del punto 9 del bando stabiliva che “saranno ammissibili le spese sostenute a partire dal 1 gennaio 2017 e fino al 31 dicembre 2017. Una spesa si intende sostenuta quando il bene è stato consegnato, fatturato e interamente pagato. Il 31 dicembre 2017 è dunque la data entro la quale tutti i pagamenti dovranno essere effettuati”. Ma il Comune ha comunicato l’avvenuta ammissibilità al contributo di euro 4575,50 solo venerdì 29 Dicembre 2017 alle ore 9.48, dando tempo  fino a domenica 31 Dicembre per effettuare l’intervento. Quindi all’imprenditore è stato chiesto di effettuare in sole 36 ore lavorative (domenica 31 Dicembre è giorno festivo), in un week end nel mezzo delle vacanze invernali, l’intervento: Giovanni D’Ignazio non è stato messo prima nelle condizioni di conoscere la somma di cui avrebbe disposto per decidere se effettuare o meno l’intervento. Tutti gli imprenditori prima tracciano un piano finanziario e poi, sulla base delle risorse di cui dispongono effettivamente, decidono se investire.

L’architetto ha chiesto più volte al dirigente del settore Commercio Giovanni Fazio un tempo congruo per effettuare l’intervento, da ultima la richiesta del 1 febbraio 2018 in cui si chiedevano 30 giorni per affrontare l’investimento: il punto 12 del bando infatti prescriveva che “in caso di ammissibilità, il legale rappresentante dovrà, pena la decadenza dell’ammissibilità stessa, comunicare l’accettazione del contributo entro il termine massimo di 30 giorni dalla comunicazione di ammissibilità” e ancora il punto 14 che “i contributi decadono quando il beneficiario non faccia pervenire l’accettazione del contributo entro i 30 giorni dalla data di ricevimento della lettera di ammissione alle stesse”. Le richieste sono state respinte e a quella del 1 febbraio, neppure è stata data formale risposta. Beffardamente, è stata concessa una proroga per la rendicontazione degli interventi, che avrebbero dovuto comunque essere effettuati prima di domenica 31 Dicembre 2017.

“Con l’assessore al Commercio Marco Butti ci siamo interfacciati più volte per cercare una legittima soluzione e ci ha offerto la massima disponibilità, ma anche l’assessore si è dovuto arrendere di fronte al muro eretto dal dirigente dell’ufficio commercio Giovanni Fazio.  Così non si può andare avanti – afferma il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli -. Crediamo che nel settore Commercio ci sia qualcosa che non funziona, specie nella competenza diretta della gestione dei bandi, dove è mancata una chiara comunicazione delle tempistiche per l’erogazione delle risorse messe a disposizione. Così facendo si sono generati ulteriori problematiche a un settore già provato: dobbiamo stabilire se rintaniamo ancora che un certo tipo di impresa, quella del piccolo commercio, debba sopravvivere”.

 “Sto valutando di adire le vie legali per far valere i miei diritti – chiosa Giovanni D’Ignazio –“.

 

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