Fertonani: ecco perché a Como il carburante costa molto di più… Appello per il mantenimento della carta sconto

Fertonani LaProvincia 24 Novembre

“Le compagnie petrolifere rispettano il divieto dell’antitrust di operare azioni di controllo dei prezzi di vendita dei carburanti ma, tramite appositi accordi commerciali, “invitano” i gestori degli impianti di carburante a compiere, per essere competitivi, una rilevazione  e comunicazione giornaliera dei prezzi dei distributori limitrofi (area di mercato)  tramite software dedicati che le società mettono a disposizione dei gestori. Tali accordi commerciali prevedono che le società petrolifere gestiscano in completa autonomia il prezzo di vendita del carburante, togliendo al gestore, di fatto, la decisione sul prezzo. Le compagnie petrolifere adeguano i loro prezzi di vendita a quelli dell’area di mercato, cosi in aree dove la presenza di pompe bianche o della grande distribuzione (Gdo) è diffusa, si avranno dei prezzi sensibilmente più bassi. Ne risulta che In aree come quella della città di Como, il prezzo risulterà essere molto più alto rispetto  alle altre zone dove è presente suddetta concorrenza”. Flavio Fertonani, presidente regionale di Confesercenti Faib (Federazione Autonoma Italiana Benzinai), svela perché a Como il prezzo del carburante è più alto rispetto le altre province.

“Con la legge 32/98 il prezzo finale è determinato dal gestore, ma in verità con il sistema delle rilevazioni si può dire che le compagnie petrolifere hanno ripreso il controllo. Consideriamo che per i gestori i margini di gestione sul self-service e il notturno sono di 3/3,5 centesimi al litro, mentre sul servito è di 5/6 centesimi al litro, a fronte di costi di 2 centesimi al litro che comprendono le varie spese da affrontare quali  promozioni delle Compagnie Petrolifere, Ufficio metrico, energia elettrica, assicurazioni, Aua, Commissioni su transazioni tramite Carte Finanziarie e Carte Petrolifere e altre voci. Si comprende quindi che i margini per i gestori siano ridotti all’osso e le compagnie petrolifere che la fanno da padrone stanno aprendo le porte a sistemi completamente automatizzati senza l’operatore, facendo venire meno un utile servizio all’automobilista in nome del profitto”.

Le società petrolifere essendo le uniche proprietarie delle infrastrutture di stoccaggio dei prodotti per autotrazione. decidono come vendere il prodotto raffinato (benzina e gasolii), distribuendolo tramite le aree di servizio di loro proprietà (Rete vendita) o vendendolo all’ ingrosso ai nuovi operatori del settore (Vendita extra rete). Tra questi nuovi operatori del settore vi sono anche le pompe bianche e la Gdo, le quali stipulano contratti di forniture con le compagnie petrolifere.

Il meccanismo di formazione del prezzo finale dei carburanti per autotrazione, consigliato dalle società petrolifere ai gestori, risulta determinato dalla somma dei seguenti addendi:

GASOLIO

prezzo consigliato = quotazione internazionale Platt’s Med Cif (al giorno 23.11 € 1,021 compreso di accisa ) + costi di struttura (logistici, commerciali, amministrativi) + margine riconosciuto al gestore (0,00478 per vendita in modalità servito  + IVA (22%)

BENZINA

prezzo consigliato = quotazione internazionale Platt’s Med Cif (al giorno 23.11 € 1,118 compreso di accisa)  + costi di struttura (logistici, commerciali, amministrativi) + margine riconosciuto al gestore (0,00478 per vendita in modalità servito   +IVA (22%)

Ovviamente gli operatori in Extra rete formeranno il loro prezzo di vendita secondo i loro costi.

Ogni stazione di servizio ha come prezzo di vendita il risultato delle operazioni sopra descritte, secondo la  marginalità che l’ operatore (Compagnie Petrolifere, GDO o Pompe Bianche) intende applicare.

Fertonani lancia anche un appello per il mantenimento della carta sconto nelle aree di confine lombarde, messa in dubbio dalla cancellazione della copertura di bilancio nella Legge Finanziaria: “Oggi il 60 % degli automobilisti nella fascia di confine fa uso della carta sconto e, se in fascia A, beneficia di uno sconto di 0,23 euro su ogni litro di benzina e di 0,08 euro sul gasolio. Se pensiamo che il sistema fiscale italiano prevede accise e iva per oltre 1 euro su ogni litro di carburante, è chiaro che se coloro che usano la carta sconto dovessero andare in Svizzera a rifornirsi come accadeva nel passato, lo Stato italiano avrebbe un mancato gettito circa tre volte superiore alla somma girata a Regione Lombardia da investire nella carta sconto. In altre parole, la cancellazione della carta sconto creerebbe un disagio agli automobilisti, costretti a fare i pendolari in Svizzera per risparmiare, e generebbe nelle casse dell’erario un mancato gettito di circa tre volte la somma investita per il mantenimento della carta sconto: un danno e una beffa per tutti, principalmente i gestori degli impianti di carburante con una possibile riduzione di posti di lavoro nelle stazioni di servizio ”.

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