Attività commerciali al dettaglio nel comasco in 10 anni -19,4%. Stazionari alberghi e ristoranti

Vista-verso-Cernobbio

Attività commerciali al dettaglio in affanno, mentre rimangono stazionari alberghi e ristoranti. Questa è la fotografia della provincia di Como che emerge dai dati elaborati da Confesercenti nazionale e riferiti al confronto fra l’anno 2007 e l’anno 2017.

Le attività di commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) sono calate a Como in dieci anni del 19,4%, passando da 5.764 a 4.644 (saldo negativo di 1.120). Alberghi e ristoranti hanno registrato un lievissimo incremento dell’1,5%, passando da 3.781 a 3.837 (saldo positivo di 56).

A livello nazionale le attività di commercio al dettaglio sono calate dell’11,2%, passando da  962.294 a 854.342 (saldo negativo di 107.952). Alberghi e ristoranti hanno registrato un  netto incremento del 16,6%, passando da 379.864 a 442.873 (saldo positivo di 63.009).

“Il confronto tra i dati della provincia di Como e quelli nazionali – ha analizzato il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli – dimostrano che l’effetto George Clooney non basta a generare un boom di imprese operanti nel settore alberghiero e della ristorazione se le campagne mediatiche non si accompagnano a politiche attive sul territorio: sono mancati gli incentivi e la programmazione per realizzare strutture ricettive al di là di quelle di fascia alta o altissima. Dal confronto emerge anche che la crisi economica nel settore del commercio al dettaglio ha avuto un impatto doppio che nel resto del Paese: anche qui senza politiche attive rivolte alle imprese e al lavoro non si può invertire il senso di marcia”.

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